colore a 36 bit

Una tecnica di scansione utilizzata negli scanner elettronici per fotografie e diapositive dove invece di campionare solo 8 bit per ciascuno dei tre canali primari, rosso, verde e blu (RGB), se ne campionano 12, per un totale di 36 bit invece dei 24 bit necessari per elaborare lÆimmagine su computer. I bit aggiuntivi servono come riempitivo per garantire che ciascun colore abbia tutte le 256 tonalità previste (8 bit) e che non ci siano tonalità rimaste vuote per errore nel campionamento. Poiché il campionamento digitale legge il valore di luce che arriva al sensore dello scanner e lo approssima al valore di tonalità più vicino, succede che due valori diversi, ma vicini, diventino lo stesso valore in uscita eliminando valori tonali che invece sono presenti nellÆoriginale. Aumentando il numero di bit aumenta anche la probabilità che tutte le 256 "caselle" vengano riempite da almeno un bit, producendo unÆimmagine più vicina allÆoriginale. La conversione da 36 bit a 24 bit (mediante la quale si riempiono le caselle vuote) viene eseguita dal software dello scanner oppure dal software di fotoritocco. Gli scanner più moderni hanno tutti una risoluzione di almeno 36 bit, ma al alcuni si spingono oltre. Il limite consentito dagli attuali sistemi di fotoritocco è 48 bit.

Glossario dei termini dell'informatica a cura di Roberto Mazzoni
Tutti i diritti riservati